
A norma dell’articolo 15 dello statuto del Teatro Stabile di Catania “il Direttore è nominato dal Consiglio di Amministrazione” e allo stato che il cda del teatro Stabile di Catania è al completo quindi toccherebbe a quest’organo, da statuto, fare la nomina.
Il sindaco di Catania Enzo Bianco invece da giorni si spertica in dichiarazioni stampa dove indica il regista catanese Giovanni Anfuso quale successore dell’intramontabile Giuseppe Di Pasquale, ma dimentica, di non avere il potere nè di indicare nè tanto meno di nominare poichè il comune è socio dell’ente e quindi incompetente in tal senso.
È il consiglio d’amministrazione che in piena autonomia ed indipendenza deve procedere a tale nomina, lo statuto parla chiaro.
Purtroppo però non è facile neanche fare un riscontro perchè sul sito del teatro non è presente copia dello statuto, ma solo alcuni articoli in riferimento alle varie figure operanti.
Il sito non è neanche aggiornato, alla voce Chi Siamo risulta presidente del CdA ancora Nino Milazzo e componente del consiglio Eliana Patanè ormai dimessa.
In riferimento al direttore si parla di Giuseppe Di Pasquale in carica fino a novembre del 2015, in verità Di Pasquale è sì pur sempre direttore ma in forza di una proroga.
Il sito non è aggiornato, lo statuto non è presente e vi sarebbe da dubitare anche sui pochi articoli di esso pubblicati, di recente infatti sarebbe stato modificato.
Diventa comunque una consuetudine la violazione dell’Atto Costitutivo di questo ente, che pure vanta grossissimi finanziamenti pubblici, ricordiamo che la nomina del presidente del CdA contravviene ad un altro precetto dello statuto che vuole che a capo del consiglio d’amministrazione venga nominata una riconosciuta figura appartenente al mondo della cultura (e non a quello dell’economia).
Insomma sia la nomina del presidente La Rosa che quella del direttore, se fosse Giovanni Anfuso, potrebbero essere soggette a ricorso da parte di fosse interessato. Nel frattempo chi può, manovra a piacimento su questo teatro ma a che prezzo per la tradizione culturale della città?