L’11 dicembre è la Giornata Internazionale della Montagna, l’elemento principe dell’attività del CAI dal 1863. Ma di cosa si tratta?
L’11 dicembre si celebra la Giornata Internazionale della Montagna e adesso che il cambiamento climatico è sempre più allarmante, va compresa e sostenuta.
I comuni montani – per le quali aziende la regione ha stanziato oltre 100 milioni – sono i primi a subire gli effetti collaterali e irreversibili del cambiamento climatico. Il loro rapporto con la natura circostante è un legame di sussistenza indissolubile.
L’impatto del surriscaldamento globale provoca una degradazione del loro ambiente, con conseguente destabilizzazione delle attività principali quali coltivazione e allevamento. Tra i primi segnali allarmanti che minacciano la vita montana, fame e migrazione: questa solo la punta dell’iceberg di un processo di invivibilità delle nostre montagne.
L’iniziativa del CAI quest’anno, è proprio mirata a rafforzare la capacità di adattamento delle popolazioni montane e assicurare uno sviluppo montano sostenibile che sia integrato nell’Agenda 2030. Ma cos’è il CAI?
L’origine
Il CAI ”Club Alpino Italiano” è un’Associazione Nazionale fondata il 23 ottobre del 1863 a Torino da Quintino Sella, l’alpinista politico.
L’obiettivo: diffondere in tutto il territorio nazionale interesse e sensibilità verso la natura, in particolar modo approfondendo la conoscenza e lo studio delle montagne italiane nonché la difesa del loro ambiente.
Il ventaglio di attività che il CAI mette a disposizione è ampio e prevede non solo attività escursionistiche e culturali ma anche formative. L’elenco di queste è consultabile sul sito ufficiale https://www.cai.it/
Avvicinarsi alla natura
La vita frenetica, soprattutto post-pandemica, ci allontana dai luoghi immersi nel verde, lontani dallo smog delle città. L’inquinamento e il caos ai quali siamo sottoposti quotidianamente, sono diventati una triste normalità.
Vi è mai capitato di dire, una volta giunti in montagna o in un lago, ”che silenzio!”? Ecco, questo capita quando ci troviamo in una condizione di assenza dell’inquinamento acustico al quale eravamo apparentemente abituati.
La voglia di connettersi al nostro ambiente è un segnale evidente. La pandemia, che ci ha costretto ad utilizzare più di prima la tecnologia, potrebbe essere stato un fattore accelerante che ha contribuito a creare in noi il bisogno di concederci alla natura più di prima e di ricercare luoghi incontaminati.
CAI in Sicilia
L’Associazione è costituita da soci riuniti in sezioni, coordinate in raggruppamenti regionali. In Sicilia ci sono 11 sezioni a Palermo, Acireale, Belpasso, Pedara, Bronte, Catania, Cefalù, Erice, Giarre, Linguaglossa e Messina.
Il presidente della sezione CAI di Acireale Salvatore La Rosa, eletto alle elezioni del consiglio direttivo di giugno, ci spiega l’evoluzione del CAI dai primordi ad oggi:
«All’inizio aveva lo scopo di dare una casa comune agli appassionati della montagna: all’epoca si trattava di un hobby che apparteneva ai nobili. Dedicarsi alla natura significava godersela per diletto e non per guadagnarsi la vita, come la intendevano i più poveri. Oggi svolge la medesima funzione di 160 anni fa, ma è divenuta un’associazione per tutti».
I soci che si contano in tutta Italia sono circa 350 mila, gli iscritti ad Acireale 250. Fondata negli anni Trenta, chiusa nel dopo guerra e rinata alla fine degli anni 90, la sezione acese arriva seconda nella classifica delle sezioni più numerose dell’isola:
«La seconda sezione più numerosa dopo Catania è Acireale. Ciò che ci fa onore – prosegue La Rosa – è che molti iscritti sono anche del catanese, questo perché la nostra è una sezione molto attiva che ogni anno propone un programma ricco e vario».
Per un’organizzazione impegnata come lo è il CAI, diventa inoltre necessario costruire una rete di sostegno con le altre associazioni. Unione avvenuta con Legambiente e WWF che in suolo acese quest’anno ha dato origine al Network CarapAci, laboratorio ecologico di comunità che si occupa della salvaguardia dell’ambiente in tutti i suoi aspetti.
Conoscere le montagne
Per il nuovo anno il CAI Acireale propone escursioni in Sicilia, Calabria e Dolomiti, incluse conferenze e incontri al fine di far conoscere nozioni e curiosità sulla montagna.
Per chiunque si chiede se le attività realizzate dal CAI sono difficili, La Rosa risponde:
«L’attività sportiva che proponiamo non è di tipo agonistico: il più lento sta davanti».
L’interesse di conoscere gli ambienti naturali e le montagne sembrerebbe oltretutto accentuato:
«Il boom della frequentazione dei luoghi naturali – continua il Presidente – è molto bello e interessante. Quando le persone si avvicinano alla natura si riequilibra il rapporto corretto che abbiamo con l’ambiente che ci circonda».
Un sano e corretto rapporto con la montagna
Come citato sopra, un’altra attività svolta dal CAI Acireale è il soccorso alpino nella Sicilia Orientale. Salvatore La Rosa ricorda la recente scomparsa del soccorritore alpino e speleologico siciliano, iscritto alla Sezione CAI di Pedara Salvatore Laudani:
«La sua morte dev’essere motivo di riflessione. Queste attività sono necessarie e al tempo stesso pericolosissime. Si fanno per passione e volontariato, più che per lavoro».
Una lezione importante che va appresa è quella di imparare ad avere un sano e corretto rapporto con la montagna: conoscerne i pericoli e i rischi è fondamentale:
«E’ necessario conoscere i propri limiti di fronte ai pericoli della montagna. Anche per tale ragione realizziamo corsi di pronto soccorso, escursionismo e orientamento» conclude Salvatore La Rosa.
Nella speranza che tutto possa volgersi al meglio, ringraziamo la nostra isola, che ci concede così tanta bellezza – dal mare alla montagna – rispettandola e costruendo un rapporto responsabile e consapevole con la natura circostante che, ogni giorni, ci stupisce.