Stavolta (ahimè) ha ragione Attanasio

Mai avrei potuto pensare, un giorno, di poter essere d’accordo con qualcosa detta da Maurizio Attanasio, segretario provinciale della Cisl. Avrei ritenuto più probabile, che so, diventare arcivescovo di Catania. Conosco Attanasio da alcune ere geologiche, da quando si occupava di precari per la sua organizzazione. Non ho mai condiviso nulla della sua visione di sindacato e cioè un sindacato aconflittuale, concertativo, “bilaterale”, ammantato di una generica veste riformista. Così come non ho mai apprezzato i i suoi richiami alla flexsecurity, ai tempi del Pacchetto Treu e poi della legge Biagi. Che poi significa gestione della precarietà ma in inglese suona rassicurante. Per non parlare poi delle sue idee sul Jobs Act e sui voucher che per lui è roba buona anche se va un po’ aggiustata. Maurizio Attanasio per me è una bussola: quando lui aderisce a un’idea basta pensarla all’opposto e non sbaglio sicuro. Per questo mi preoccupa oggi essere d’accordo con lui quando critica la nomina di Fortunato Parisi, già segretario generale della Uil, ad assessore ai servizi sociali. Potrei elencare tante ragioni ma mi limito a due, senza entrare nel merito delle qualità vere o presunte del neo assessore.
Attanasio sostiene una cosa giusta. La cooptazione dei sindacalisti nei ruoli politici e istituzionali fa perdere credibilità al sindacato che già vive, purtroppo, una crisi reputazionale. E’ vero. Soprattutto quando queste cooptazioni avvengono in modo così repentino, dall’oggi al domani. Attanasio la chiama “commistione politico-sindacale” ma ha pure ricadute di ordine pratico. Non puoi essere il rappresentate dei lavoratori e, il giorno dopo, il loro datore di lavoro. Non è credibile che il giorno prima chiedi al Comune il pagamento delle tante mensilità arretrate per gli operatori socio-assistenziali e il giorno dopo devi rispondere, per conto del Comune, delle mancate spettanze ai lavoratori. C’è poi un problema più politico: se vieni nominato assessore in quota di un partito, il sindacato da cui provieni viene identificato con quel partito: una lesione del principio più importante del sindacato: la sua autonomia dalla politica. Per questo sono previste le incompatibilità tra i ruoli.