Arancino o arancina? Maschietto o femminuccia? Al di là del dibattito sul nome, il nostro amato “arancino” fa parte della tradizione culinaria siciliana, dello street food, della rosticceria salata.
Al ragù, al burro, spinaci, pistacchio, funghi, norma. Un tempo quasi un piatto povero, viene realizzato oggi in un’infinità di gusti anche in versione gourmet al nero di seppie.
Ma qual è la ricetta perfetta per realizzare un buon arancino?
Abbiamo assistito a una lezione di cucina presso la Scuola di Cucina Myda a Catania. Una lezione dedicata a giornalisti e blogger spesso troppo indaffarati e occupati con carta, penne, telefoni e macchine fotografiche per dedicarsi alla cucina.
L’insegnante, nonché fondatrice della scuola Loredana Crisafi, ha raccontato l’origine della ricetta, raccontandoci come realizzare un buon arancino al ragù o alla zucca con funghi.
Come nasce l’arancino?
Fondamentale sapere che il riso non è stato importato in Sicilia. Sembra infatti che in passato esistessero delle coltivazioni di riso, purtroppo chiuse in seguito ad episodi di malaria.
L’influenza degli arabi invece e il loro manipolare il cibo sembra aver contribuito alla nascita del piatto. Un’abitudine, quella del mangiare con le mani, che fu poi ereditata dai nostri pastori che portavano con se una pallottola di riso con in mezzo un pezzo di carne.
Come si cuoce il riso per l’arancino?
Riso in casseruola coperto con due dita d’acqua. Il riso viene cucinato così con pochissimo concentrato di pomodoro. Un pizzico di sale e una volta asciugata tutta l’acqua la cottura sarà ultimata. Fondamentale la tipologia del riso. Scegliere riso Arborio o riso Roma. Non scegliere mai un riso che “non scuoce”.
Una volta cotto il riso, dovrà raffreddarsi. A quel punto si formerà una pallina sul palmo della mano che andrà schiacciata al centro dove si inserirà il ragù e il formaggio. Nel caso dell’arancino alla zucca, già così condito, inseriamo al centro solo il formaggio. La forma tipica a punta si realizza schiacciandolo con entrambe le mani.
L’arancino va passato poi nella pastella realizzata con farina e acqua e infine nel pangrattato.
Buon arancino!