“Adriana Lecouvreur” nel suo stile Liberty delle case dei Florio con vetrate sontuose, giardini eleganti e pavimenti ricercati e quadri che piovono dal cielo, ha conquistato alla prima, il pubblico del teatro Massimo Bellini di Catania. Un’opera che viene letteralmente trasporta dal Settecento al 1920, in quello che viene dopo il Liberty di fine Ottocento.
Applausi scroscianti e complimenti accoranti per il cast stellare degli interpreti che hanno messo in scena il capolavoro di Francesco Cilea, su libretto di Arturo Colautti, con la sensibilità registica di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, che sono riusciti a cogliere l’essenza più vera, più umana dell’autore, in cui i sentimenti si avviluppano tra loro, raccontando l’amore nelle sue diverse sfumature.
Personaggio ispirato all’omonima primadonna della Comédie-Française, Adriana è una celebre attrice animata dal “sacro fuoco”, che bene è riuscita ad interpretare il soprano Rebeka Lokar, così come la sua antagonista e rivale in amore, la principessa di Bouillon, i cui panni sono stati vestiti egregiamente da Anastasia Boldyreva.
Due donne che combattono in scena con forza e tenacia, rappresentando l’amore geloso che non perdona, e porta alla porta della protagonista, acclamate dal pubblico, così come Maurizio, Conte di Sassonia, con il tenore Marco Berti, definito voce fuori dal comnune, e Michonnet, Devid Cecconi che bene ha incarnato il personaggio.
Tutto il cast di artisti ha entusiasmato il pubblico, il principe di Bouillon, Gianfranco Montresor, l’abate di Chazeuil, Blagoj Nacoski, Quinault, con Angelo Nardinocch, Poisson, Marco Puggioni, Dangeville, Tonia Langella e Jouvenot, Elena Borin.
Nell’allestimento di questa Adriana Lecouvreur, domina una pedana che simboleggia il palcoscenico sul quale l’eroina agisce, ama, vive e infine muore.
Si evidenzia anche il legame forte di Cilea con il genius loci Vincenzo Bellini, che lo spinse allo studio della musica. Cilea lo amava e studiava molto, tanto che le sue melodie vengono definite neobelliniane. Da bambino aveva ascoltato il finale di Norma, suonato dalla banda del paese, e questa scossa emotiva lo spronò a frequentare il conservatorio a Napoli.
La produzione
In scena l’orchestra, il coro, guidato dal maestro Luigi Petrozziello e i tecnici del Massimo catanese. Sul podio la prestigiosa bacchetta, del direttore artistico Fabrizio Maria Carminati.
Tutto questo insieme alla scenografa Leila Fteita e alla costumista Nicoletta Ceccolini.
La prima rappresentazione di Adriana Lecouvreur si tenne il 6 novembre 1902 al Teatro Lirico di Milano, direttore Cleonte Campanini, protagonisti Angelica Pandolfini, Enrico Caruso e Giuseppe De Luca. La genesi risaliva al febbraio del 1899, ma era stata frenata da problemi sorti con il librettista.
Adrienne Lecouvreur è una figura storica realmente esistita, l’attrice era la concorrente di Mlle Duclos (Marie-Anne de Châteauneuf) alla Comédie-Française. La morte precoce di Adrienne, nel marzo del 1730, accese i sospetti che fosse stata avvelenata dalla principessa di Bouillon che come la Lecouvreur aveva una relazione con Maurizio Ermanno, conte di Sassonia.
La prima assoluta del 1902
Se la prima assoluta del 1902 fu un trionfo e favorì le rappresentazioni in Italia e all’estero, intorno al 1910 cadde nel dimenticatoio, per tornare n repertorio negli anni Trenta, dopo una serie di modifiche. Ed è in questa versione definitiva che l’opera è stata eseguita al Bellini.
Il titolo di Francesco Cilea avrà sette rappresentazioni serali o pomeridiane (fino al 2 aprile) e saranno messi a disposizione degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado 100 biglietti del settore galleria al prezzo agevolato di 10 euro per ciascuna delle seguenti rappresentazioni: turno B, martedì 28 marzo alle ore 20:30; turno C, giovedì 30 marzo alle ore 17:30; turno R, venerdì 31 marzo alle ore 17:30.
La prenotazione dei posti da riservare dovrà essere inviata alla mail botteghino@teatromassimobellini.it.