Anche la città di Acireale ha avuto la sua parte nella lotta a favore della causa armena. Lo dimostra Daniela Melfa, docente di storia del nordafrica e medioriente al Dipartimento di Scienze Politiche di Catania, che in una sua pubblicazione presentata ieri mattina al Polo didattico ‘Gravina’ riporta una lettera di alcuni acesi in cui si esprime la solidarietà dei firmatari per le sofferenze patite da questo popolo.
“Il lavoro da me curato – spiega Melfa – è un volume in cui sono trascritti i documenti diplomatici relativi all’Armenia conservati presso l’archivio degli Affari Esteri di Roma e riguardano gli anni 1918-19. Si tratta dell’ottavo volume della 3 serie e il progetto mira a coprire fino al 1923, al trattato di Losanna.”
Cittadini Acesi al Ministro degli Affari Esteri
Acireale, 18 ottobre 1918
Da quest’isola del fuoco della quale noi siam figli, partì or circa un anno fa, una petizione a S.E. il ministro Meda pregandola di liberare i poveri Armeni dal giogo infame dei Turchi, quando si avverava la tanto sospirata pace mondiale. Or che il presidente della delegazione armena ha diretto da Parigi a Vostra Eccellenza il telegramma per assettare le cose dell’infelice popolo oppresso, insanguinato più volte dalla scimitarra musulmana, noi a nome di tutti gli Italiani supllichiamo Vostra Eccellenza onde il popolo armeno sia appagato nei suoi giusti ed equi desideri. Div Vostra Eccellenza devotissimi ed umilissimi servi
(Nomi dei firmatari)
Il genocidio degli Armeni è avvenuto nel 1915 per mano dell’Impero Ottomano: è riconosciuto tale dal Parlamento Europeo nel 1987 da una ventina di paesi e il 24 aprile sarà commemorato nel giorno del suo centenario. Diversa la posizione della Turchia, che ne nega la realtà storica: è di pochi giorni fa la condanna del premier Erdogan alle parole di Papa Francesco, pronunciate a San Pietro in occasione della messa in memoria del massacro: “La nostra umanità ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima, che generalmente viene considerata come il primo genocidio del XX secolo, ha colpito il vostro popolo armeno, prima nazione cristiana”.
“Siamo nel 1918 – prosegue la docente Melfa – gli Armeni, finita la guerra nel 30 ottobre con l’armistizio di Mudros, pensano che finalmente, avendo sostenuto le forze dell’Intesa, il loro sogno nazionalista di creare uno Stato Armeno possa essere realizzato: dunque inviano alla Conferenza della Pace di Parigi dei rappresentanti. Contemporaneamente si mobilita l’opinione pubblica internazionale: credo che questa lettera vada letta in quest’ottica. In Italia è presente una comunità Armena e quindi si riesce a sensibilizzare la cittadinanza alla causa: anche i cittadini di Acireale intervengono a sostegno.”
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