Dietro gli abusi subiti da un giovane di Enna c’è una clausola di riservatezza per tenere “al sicuro” il sacerdote di Piazza Armerina.
«Soldi della Caritas e l’accettazione della clausola della riservatezza, per garantire il silenzio di nostro figlio abusato dal prete di una parrocchia di Enna», è quanto rivelato dai genitori dell’uomo, che all’epoca dei fatti era minorenne.
Una volta cercata giustizia dopo la scoperta delle violenze sessuale subite dal figlio, il vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana, avrebbe avanzato la proposta ai genitori: una ricca somma erogata nell’arco di 24 mesi in cambio del silenzio. Ma l’allontanamento definitivo del prete e la serenità di loro figlio valeva molto di più e dunque la proposta non fu accettata.
La Curia voleva evitare lo scandalo che, a dirla tutta, non coinvolgeva soltanto il 15enne ma bensì molti altri ragazzi. Ad ogni modo, venne aperta un’inchiesta per constatare l’effettiva colpevolezza del sacerdote ma il tribunale ecclesiastico di Palermo l’archiviò poco dopo per un “difetto di competenza”, in quanto all’epoca dei fatti il presunto autore della molestie era ancora seminarista.
Il prete fu allontanato momentaneamente al Nord Italia. Quest’estate, però, ha ripreso l’attività in oratorio in Sicilia occupandosi di bambini e adolescenti.
E.G.