A Catania si cambia musica, parola dell’assessore Mirabella

Una chitarra classica viene silenziata in Piazza Università a Catania
Dario Chillemi è un cittadino del mondo al quale la nostra terra ha dato inatali. Nato nel 1980, si laurea in Musica Jazz a Trapani.
Venerdì scorso si trovava di passaggio a Catania, in visita dalla sua famiglia. «Pensavo di potere suonare un paio di orette per loro e per un budget giornaliero, cogliendo l’occasione per esercitarmi». Ma poi è intervenuta una volante che ha intimato al chitarrista di interrompere l’esibizione.
«Prima di loro c’erano state due volanti accanto a me mentre suonavo in Piazza Università e non hanno detto niente. Ed è stato forse un caso se la terza volante ha interrotto la mia esibizione», racconta il chitarrista. «Dopo di me si sono esibiti infatti altri amici miei senza alcun problema», afferma stemperando i toni del post pubblicato sul suo profilo.
La contestazione da parte degli uomini della Municipale potrebbe essere scaturita non tanto per l’esibizione in sé, quanto per la vendita dei cd autoprodotti. Ma si tratta delle opere di ingegno di Dario Chillemi, tra l’altro non legate alla SIAE in quanto il chitarrista è iscritto a Soundreef.
Come moltissimi altri musicisti, anche Dario Chillemi si impegna come può per guadagnarsi da vivere con la sua arte, in strada e in giro per il mondo. La città di Catania, per lui come per tantissimi musicisti di valore, non si presta ad essere una buona piazza. «Ortigia in questo momento è il mio bancomat», dichiara il chitarrista. Tuttavia, non durerà per molto perché le prospettive imminenti di Dario Chillemi lo indirizzano verso la Svezia, la Germania e Amburgo per un festival.
Nessuna sanzione per Dario Chillemi e per gli artisti di strada in città.
Il caso singolare arriva all’orecchio dell’assessore Barbara Mirabella che si è subito adoperata per conoscere le effettive conseguenze della segnalazione che ha fatto il giro del web raccogliendo la solidarietà dal mondo della musica e della politica regionale.
«Ho verificato la questione personalmente. I vigili urbani mi riferiscono che non è stata elevata nessuna multa nell’ultima settimana agli artisti di strada», riporta con toni rassicuranti l’assessore Mirabella. «Anzi – incalza l’assessore – in realtà da mesi non vengono rilevate sanzioni. Queste vengono disposte solo nei casi in cui si contamini il pubblico decoro o di disturbo alla quiete pubblica».
«C’è una legge che regolamenta la vendita delle opere del proprio ingegno, ma il caso non riguarda la situazione che è emersa in Piazza Università».
Il bandolo della matassa da districare? Lo conferma l’assessore stessa.
«Non esiste un regolamento per l’esibizione degli artisti di strada a Catania»
«In Sicilia sono due le città che hanno avviato un progetto pilota, che sono Messina e Palermo». L’assessore Mirabella entra perciò nel merito. «Messina ha un’esperienza un po’ contrastante anche rispetto alle indicazioni condivise con la Fondazione Artisti di Strada Italiana. Palermo pare abbia intrapreso un suo cammino, ma non sembra siano state rilevate ancora note positive o negative».
«A Catania invece no. Sei anni fa era stato presentato un regolamento che però è rimasto arenato in consiglio comunale. Adesso è da riprendere e studiare passo passo con gli addetti ai lavori».
L’assessore Mirabella apprezza la vivacità delle performance artistiche, anche su strada. «L’artista di strada mette gioia sempre, in qualunque città si vada. Se l’arte di strada è ben fatta, è capace di creare momenti di gioia e di condivisione, di attrattiva turistica e di rivitalizzazione dei centri urbani». E se questo è l’auspicio, Catania può ambire a competere con le principali capitali europee.
Catania si appresta a cambiare musica
Promuovere l’arte del mimo, della giocoleria e della musica su strada potrebbe andare a colmare gli effetti negativi che hanno notevolmente ridotto le live performance in città.
La causa principale del declino spettacolistico? Le gravi carenze normative nazionali e regionali che hanno portato all’inflazione di settore.
In ambito nazionale si può facilmente riscontrare una scarsa attenzione verso i professionisti dello spettacolo, specialmente verso i cosiddetti “artisti dal basso”. Ci riferiamo perciò a chi esercita una professione che non viene riconosciuta come tale quando non legata a grandi produzioni e major.
Gli artisti non sono dei fancazzisti
Gli artisti, in particolare quelli che rientrano nel grande e prosperoso vivaio locale, hanno la viva necessità di avere a loro disposizione i giusti spazi e contesti per potere esprimere la propria arte. Non meno importante è riuscire a condividere questi spazi con gli artisti stranieri che si ritrovano nella nostra città. D’altra parte il punto di forza dell’arte è da sempre la condivisione, lo scambio e la contaminazione, anche interdisciplinare.
Considerati nell’immaginario collettivo dei fancazzisti, gli artisti locali e stranieri potrebbero assumere un ruolo centrale nelle principali attrattive artistiche, culturali e turistiche della città di Catania. Con le loro performace andrebbero a ravvivare il barocco catanese per le strade, piazze e nei pressi dei monumenti lasciando al visitatore un ricordo unico. E con la loro presenza costante, alimentare la sensibilità e la cultura verso le varie forme d’arte purtroppo oggi molto carente in Italia.
Come in ogni cosa, anche l’espressione dell’arte di strada deve seguire un criterio. Favorire principalmente realtà artistiche locali e individuare siti che possano sposare le loro performance potrebbe rappresentare il primo passo.