Certe storie non smettono di tornare, anche se pensavamo di conoscerle già a memoria. Frankenstein è una di quelle. Ce l’hanno raccontata mille volte: il dottore, la creatura, il fulmine, il laboratorio. Ma quando a riprenderla in mano è Guillermo del Toro, qualcosa cambia. E cambia in profondità.
Il debutto al Festival Internazionale del Cinema
Al Festival del Cinema di Venezia 2025, Frankenstein è arrivato in silenzio, senza urlare. Ma ha lasciato il segno. Il pubblico si è alzato in piedi. Qualcuno piangeva. E non per paura, ma per empatia. Perché la creatura di Del Toro non è un mostro. È un essere umano costruito male, ma con un’anima più viva di chi lo ha creato.
Jacob Elordi, che molti conoscono per ruoli decisamente più glamour, qui è semplicemente straordinario. Interpreta Frankenstein non come una bestia, ma come un ragazzo smarrito, pieno di domande e senza risposte. I suoi occhi sono sempre un po’ lucidi, come se aspettasse che qualcuno finalmente gli dicesse: “Sei al posto giusto. Puoi restare”.

La nuova versione del mostro
Del Toro prende il romanzo di Mary Shelley e lo riscrive a modo suo, con rispetto e libertà. Il suo film è una fiaba gotica, malinconica, visivamente bellissima. Ma sotto la bellezza c’è una storia dura: di esclusione, di solitudine, di desiderio di amore. Una storia che oggi, nel mondo dell’immagine perfetta e dell’efficienza a tutti i costi, suona incredibilmente attuale.
Frankenstein, nel film, chiede soltanto una cosa: essere visto. Ed è forse questo che colpisce di più. Perché anche noi, in fondo, chiediamo la stessa cosa. Non è più un racconto horror, è una parabola umana. Ci chiede chi sono davvero i mostri, se chi nasce “diverso” o chi non riesce a vedere la bellezza nell’imperfezione.
L’estetica è quella tipica di Del Toro: scenografie ricche, luci basse, dettagli pieni di significato. Ma non è solo forma. È un racconto che respira. Fa male in certi punti. Fa tenerezza in altri. E a tratti fa arrabbiare, perché ci costringe a guardarci dentro.
Dove e quando possiamo vederlo?
Frankenstein arriva nelle sale italiane il 22 ottobre. Non è un film da guardare distrattamente. Non è per chi cerca l’intrattenimento facile. Ma se ci si lascia andare, se ci si fa toccare, allora può davvero diventare uno di quei film che ti restano addosso. E che magari, tra qualche anno, ci troveremo a ricordare con gratitudine.